Ah l’amore, l’amore, Antonio Manzini, Sellerio
In attesa della prossima avventura del vicequestore Rocco Schiavone, attesa nei prossimi mesi, chi si fosse perso l’ultimo capitolo della serie (ancora ai posti alti nelle classifiche) può rimediare leggendo “Ah l’amore, l’amore”. Il libro, in realtà, è collegato in qualche modo a quello precedente, “Rien ne va plus” se non altro perché chiarisce in che condizioni sia il protagonista, colpito ad un rene durante una sparatoria ed in uno stato a dir poco critico. Il nuovo capitolo della ‘saga Schiavone’ si svolge infatti in ospedale dove il vicequestore, insofferente a ogni regola e con un vicino di letto particolarmente ‘rumoroso’, dovrà risolvere il caso di un decesso in sala operatoria, apparentemente un episodio di malasanità ma, in realtà, un omicidio ben architettato. Il personaggio Schiavone, più scorretto che scorretto non si può anche in questa ‘puntata’, continua a divertire e in questo episodio diverte moltissimo anche Antonio Scipioni che sta sostituendo il superiore ed è alle prese con un pericoloso ‘quartetto amoroso’. Unico problema per chi è innamorato, fin dal primo “Pista nera”, dei libri di Manzini il fatto di poter immaginare il vicequestore Schiavone solo con le fattezze di Marco Giallini dopo la fortunata fiction Tv.
Trama
Nell’ultima pagina di Rien ne va plus abbiamo lasciato Rocco Schiavone ferito in un lago di sangue. Ora è in ospedale dopo l’intervento di nefroctomia che ha subito, la stessa operazione che ha portato alla morte uno dei ricoverati del reparto, a quanto pare a causa di un errore di trasfusione. Così costretto all’immobilità, di malumore, Rocco comincia ad interessarsi a quel decesso in sala operatoria che ha tutta l’aria di essere l’ennesimo episodio di malasanità. Ma fa presto a capire che non può trattarsi di un errore umano anche perché si è fatto spiegare bene dal primario Filippo Negri le procedure in casi del genere. Per andare a fondo della questione sguinzaglia dal suo letto tutta la squadra, e segue l’andamento delle indagini, a partire dalle informazioni sul morto, Renato Sirchia, un facoltoso imprenditore di salumi della zona, casa sfarzosa, abitudini da ricco, gran lavoratore. Dietro il lusso però si cela una realtà economica disastrosa, la fabbrica è piena di debiti e salta anche fuori una consistente assicurazione sulla vita. Rocco non riesce a stare a guardare e uscito di nascosto dall’ospedale incontra la moglie e il figlio di Sirchia, Lorenzo, fresco di studi aziendali e con idee di conduzione assai diverse da quelle del padre. Le cose però non sono così semplici come appaiono e Schiavone non si fa incantare dalla soluzione più facile. Attorno a lui, le luci del Natale, i neon del reparto (non si sa quali lo deprimano di più), i panettoncini, unico cibo commestibile, gli infermieri comprensivi, il vicino di letto intollerabile e soprattutto i suoi che vanno e vengono incessantemente, lo coprono nelle sue fughe, lo assecondano e non aspettano altro che il vicequestore ritorni in servizio. Soprattutto Antonio Scipioni, che sta sostituendo Rocco ma che è alle prese con situazioni amorose da commedia degli equivoci, le tre donne con cui ha intrecciato relazioni amorose e che era riuscito a non fare mai incontrare, ora rischiano di ritrovarsi tutte e tre ad Aosta. L’unico a potergli dispensare dei consigli è proprio Schiavone.