MARTEDI GIALLO

In collaborazione con IL CLUB DEL GIALLO

I valori che contano (avrei preferito non scoprirli)

Recensione e trama

Diego De Silva, I valori che contano (avrei preferito non scoprirli), Einaudi

Quinta avventura dell’avvocato di insuccesso Vincenzo Malinconico nato dalla penna dello scrittore napoletano Diego De Silva. L’incipit è folgorante con il protagonista intento ad aiutare una ragazza che si presenta alla sua porta in mutande dopo essere appena sfuggita ad una retata in un bordello. Alla trama ‘legal’ che fa da sfondo e alle divertenti vicende di ‘vita vissuta’ narrate si unisce poi l’imprevisto drammatico della malattia di Malinconico, affrontata però con delicatezza dall’autore e, se possibile, leggerezza. Si ride (tanto) ma si riflette anche sui valori che sarebbe meglio non scoprire nella vita. Consigliatissimo a chi ama già alla follia il protagonista ma anche a chi non conosce ancora il personaggio e, sicuramente, se ne innamorerà. 

Trama

Se non vi è mai successo di nascondere in casa una ragazza in mutande appena fuggita da una retata in un bordello al quarto piano del vostro palazzo, non siete il tipo di persona a cui capitano queste cose. Vincenzo Malinconico lo è. Dovrebbe sapere che corre un rischio bello serio, visto che è avvocato, e invece la fa entrare e poi racconta pure un sacco di balle al carabiniere che la inseguiva e va a bussargli alla porta. È cosí che inizia I valori che contano (avrei preferito non scoprirli) , il romanzo in cui Malinconico – avvocato di gemito, piú che di grido – oltre a patrocinare la fuggiasca in mutande (che poi scopriremo essere figlia del sindaco, con una serie di complicazioni piuttosto vertiginose), dovrà affrontare la malattia che lo travolgerà all'improvviso, obbligandolo a familiarizzare con medici e terapie e scatenandogli un'iperproduzione di filosofeggiamenti gratuiti – addirittura sensati, direbbe chi va a cena con lui – sul valore della pena di vivere. Un vortice di pensieri da cui uscirà, al solito, semi-guarito, semi-vincente e semi-felice, ricomponendo intorno a sé quell'assetto ordinariamente precario che fa di lui, con tutti i suoi difetti e le sue inettitudini, una persona che sa farsi voler bene, pur essendo (o forse proprio perché è) un uomo cosí cosí. Eccolo di nuovo tra noi, l'avvocato d'insuccesso piú amato dagli italiani, in compagnia di un nuovo esilarante socio, di una nuova riluttante fidanzata, e dei suoi soliti pensieri inconcludenti. Ed eccolo alle prese con una nuova causa che sembra già pronto a perdere. C'è una ragazza in mutande sul suo pianerottolo, assomiglia a Pippi Calzelunghe senza trecce, trema, gli chiede aiuto. Ma è una bomba a scoppio ritardato. Vincenzo Malinconico prende in mano quella bomba senza pensarci e se la porta dietro fino alla fine, anche quando la malattia irrompe nella sua vita storcendone l'andatura. Perché ai personaggi capita quello che capita alle persone. E quando diventano di famiglia, di libro in libro li vediamo innamorarsi, nascondersi, combattere, ridere, ammalarsi: vivere, in una parola.