Quel mondo diverso. Da immaginare, per cui battersi, che si può realizzare

Commento

Quel mondo diverso. Da immaginare, per cui battersi, che si può realizzare. Fabrizio Barca e Enrico Giovannini, LaTerza

A parte il dilungarsi sulle loro reciproche fondazioni ed esperienze tecnico-politiche la conversazione tra i due economisti, con vocazione statistica, del centro sinistra italiano è abbastanza piacevole. La critica al neoliberismo è netta e senz’appello, l’individuazione delle responsabilità anche della sinistra nell’aver mollato concezioni e valori riguardo ai concetti di uguaglianza e libertà, sul ruolo dello stato sia come imprenditore che come regolatore del mercato è decisa e senza giustificazioni. Gli autori, come altri pensatori in piena crisi Covid, indicano nella ripresa di una politica progressista che rompa lo schema del governo della tecnica e della finanza e respinga il famose slogan della Thatcher “there is not alternative” l’orizzonte per politiche sostenibili e egualitarie. Ed è proprio qui, sulla costruzione di alternative che si dipana il messaggio di Barca e Giovannini con un appello a ricostruire dal basso il ruolo della politica e dei partiti attraverso un metodo che è quello della gestione del conflitto necessario per affrontare interessi divergenti attraverso un confronto acceso e informato che presuppone sincerità e lealtà per prendere le decisioni ad agire di conseguenza senza lo spettro dello short-termismo. Il saggio è pervaso da un certo ottimismo sulla capacità di autorganizzazione dal basso di movimenti e formazioni sociali che si pongono l’obiettivo di ricostruire sui territori politiche e relazioni utile a sostenere solo e solamente progetti di sviluppo sostenibile. È quando passano alla politica che i due manifestano maggiori perplessità a cominciare dalla capacità del Pd di riorganizzare un campo di discussione e partecipazione che premi l’impegno e non il correntismo, che rilanci il confronto franco di idee e la valutazione delle azioni messe in campo per selezionare programmi a lunga scadenza e classi dirigenti capaci di interpretarli. Come dargli torto? Belli i tanti riferimenti a moderni pensatori economisti e non della sinistra mondiale (qualcosa dunque si muove!) e la lista di testi per l’approfondimento.