Comunisti d'Italia. 100 patrioti rossi che hanno costruito la democrazia.

Commento

Comunisti d’Italia.100 patrioti rossi che hanno costruito la democrazia. Matteo Pucciarelli con Sara Fabrizi, Typimedia Editore

Il libro si aggiunge ai tanti dedicati al centenario della fondazione del Partito Comunista ma si differenza alquanto da tutti quei testi che raccontano di storia, di documenti, di congressi, di linea politica perché racconta in poche righe (uguali per tutte le schede) un’umanità vera che è stata coinvolta e protagonista di scelte difficili ed opere importanti perché il nostro paese fosse migliore. Tanti, tantissimi coloro che hanno fatto dell’impegno partigiano la propria ragione per l’adesione alla causa comunista con, finalmente, il racconto di un numero importante di donne. La maggior parte dei 100 sono ai più sconosciuti, o conosciuti localmente, ma l’insieme da’ l’immagine di un radicamento popolare e culturale impressionante. Fondatori, politici professionisti, gente comune, sindacalisti, chi ha lottato contro la mafia e per la pace, intellettuali. Il libro non entra nelle ragioni di ciascuno e se i loro ideali fossero giusti o siano stati traditi si limita a illuminare donne e uomini generosi, coraggiosi e attivi per una società migliore. Ritengo importanti anche le schede degli intellettuali, tanti, che con voci più o meno critiche hanno accompagnato la vita del Pci soprattutto nel secondo dopoguerra ed è con una frase di Pasolini che mi piace chiudere queste note: “ma infine so che in questo paese non nero ma solo orribilmente sporco c’è un altro paese: il paese rosso dei comunisti”. La storia del Pci è stata storia d’Italia, dell’Italia migliore. I comunisti non sono stati soli ad avere davanti a sé i principi di giustizia e libertà ma certamente la crescita dell’Italia non ne avrebbe potuto fare a meno. Unica pecca, per me, la scarsa presenza di toscani visto il peso che la sub cultura rossa ha avuto in questa terra sia nella fondazione del Pci, che nella lotta antifascista, che nella costruzione dell’Italia nuova attraverso la presenza sui luoghi di lavoro, nei quartiere, nelle istituzioni.