Il tempo è denaro

Commento

Il tempo non è denaro, Giorgio Maran, Altrimedia editore

Suggestivo programma di lavoro per una sinistra moderna e non ideologica. Maran è un giovane attivista che “osa” intaccare il tabù della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per mettere in discussione il dogma della razionalità economica come chiave di lettura della società da più di 150 anni. Ci racconta di come il tempo di lavoro sia sostanzialmente immutato da 50 anni e di come la riduzione dell’orario di lavoro sia stato il campo di battaglia delle migliori stagioni di lotte operaie (dal 1 maggio 1986 ad oggi) e di come ogni conquista sia stata ottenuta dal prevalere nei rapporti di forza del lavoro sul capitale. Ci racconta anche di come, oggi, il lavoro ed il suo orario sia mal distribuito tra chi non lavora o lavora in maniera precaria e chi invece lavora troppo per richieste aziendali o come status symbol. Ci sono, nel libro, focus interessanti sulla situazione italiana individuando la nostra economia e capacità produttiva come figlia di un capitalismo tra i più arretrati che ha puntato, oramai da anni, sulla svalutazione del lavoro piuttosto che sulka cresciuta degli investimenti e della produttività. Insomma un libro che suggerisce riflessioni profonde sulla degenerazione della società dei consumi e sfata molti miti raccontandoci come il problema, oggi, sia quello della sovrapproduzione in assenza di quel patto tra produttori che suggeriva salari adeguati a sostenere consumi adeguati. Maran ci invita a riflettere su una maggiore redistribuzione delle risorse, del tempo di lavoro e della opportunità. Affrontare le trasformazioni climatiche, demografiche, tecnologiche ha bisogno come scrive Elly Schlein nella postfazione, di proposte concrete e del coraggio che Maran ha dimostrato esponendo le sue idee. Sapranno i progressisti moderni liberarsi dalla subalternità ai ceti dominanti e mettere in campo proposte radicali di trasformazione? Ma questa è un’altra storia.