La letteratura ci salverà dall’estinzione

Commento

La letteratura ci salverà dall’estinzione, Carla Benedetti, Einaudi

Confesso che il titolo è un po’ sviante dall’oggetto vero del pamphlet. L’autrice segnala con tutta l’indignazione possibile la mancata reazione all’ormai più che documentato e risaputo rischio per il pianeta e gli essere viventi dovuti all’innalzamento della temperatura sulla Terra. Partendo dallo stupore che deriva dalla constatazione dell’indifferenza nell’agire soggettivo e collettivo introduce, anche con qualche complessità di pensiero e di argomentazione, la riflessione intorno agli stimoli necessari per comprendere le problematiche dell’Antropocene. È alla letteratura che l’autrice si rivolge come antidoto alla cultura del presentismo e al realismo come mera interpretazione della vita concreta. Con richiami ai grandi classici da Dostoevskij a Leopardi, da Melville a Cervantes, e con una puntata nelle culture letterarie di mondi “altri” da quello occidentale l’autrice ci richiama ad una letteratura che comprenda anche il non intellegibile ed il non concretamente coinvolto nelle storie raccontate. Il libro è complesso e talvolta si perde in rivoli culturali ultraminoritari senza però abbandonare la necessità che attraverso il riconoscimento identitario di “terrestri” l’umanità possa ridefinire un suo ruolo e sull’orlo dell’abisso possa evitarlo. Meno convincente, per me, la poca responsabilità data alla crescita delle disuguaglianze, al ricerca del profitto da parte di pochi e così via. Insomma se è vero che la crisi del pianeta non è solo imputabile al capitalismo è anche vero che pochi detentori di ricchezze immense hanno maggiori responsabilità di una miriade di soli consumatori.