Le illusioni dell’Occidente, di Pankaj Mishra, Mondadori
Leggere intellettuali come Mishra riempie il cuore di speranza: qualcuno pensa, qualcuno analizza, qualcuno critica. È una boccata d’ossigeno contro il pensiero unico che dall’epoca del “there is not alternative” della Thatcher e poi con la fine della Guerra Fredda ha pervaso l’occidente sotto la spinta neoliberista angloamericana. Mishra, che è di origine indiana, si diffonde a lungo sul peso del colonialismo e sulle conseguenze del nuovo colonialismo sia sullo sviluppo dei paesi ex coloniali che nelle politiche segregazioniste interne. La sua tesi di fondo è che fino all’ascesa di Trump e Johnson la maggior parte degli intellettuali e delle élite progressiste e democratiche avevano ceduto al fascino di meno stato e più mercato, delle guerre giuste, e dell’oppressione economica. Blair è indicato come il paladino di quel periodo. Mishra analizza, studia, polemizza con gli strateghi della destra che, forti di ingenti capitali economici, mediatici ed intellettuali, divulgano tesi strampalate quando non al limite delle pur fragili democrazie occidentali. Insomma, una raccolta di saggi ed articoli che attraverso una straordinaria vis polemica smontano pezzo per pezzo la narrazione nazionalista e neopopulista della destra politica e del suo servizio al capitale finanziario globale.